INCISO

Inciso è uno spazio che racconta l’esperienza di lettura di chiunque desideri condividerla. É uno spazio libero, spontaneo, senza criteri di vincolo, dove il lettore potrà incontrare non soltanto pagine scritte ma anche pagine lette, sensazioni, riflessioni personali, consigli. Inciso vorrebbe essere questo: il racconto di un libro che si inserisce a bassa voce nel filo conduttore del blog. Invito dunque ognuno e ognuna a contattarmi, lasciando un commento con il proprio indirizzo mail, se ha interesse a raccontare un libro letto, vissuto, di recente o molti anni fa, che ha lasciato un ricordo finito.


INCISO 1. Erri De Luca, I pesci non chiudono gli occhi.

Colazione letteraria, conversazioni per Inciso.

Oggi incontro Antonella, una lettrice. Le chiedo cosa le piaccia della lettura e quali momenti scelga nella sua giornata. Le chiedo anche come decida i titoli, cosa ricerchi in un’opera letteraria.
Mi risponde: «Mi piace leggere da sempre. Negli anni è cambiata la mia passione per i libri: oggi amo della lettura il fatto che mi permetta di spostarmi in un’altra dimensione, staccandomi dalla realtà quotidiana. Leggo principalmente la sera, a fine giornata, o comunque nei momenti “morti”, quando ho una mezzora libera, mentre aspetto un mezzo pubblico...». E continua: «Certe volte sono semplicemente attratta dai titoli: scelgo anche se non conosco l’autore o l’autrice. Diversamente, in altri periodi mi sento particolarmente affine ad un autore o autrice e vado quindi alla ricerca dei suoi libri. Mi lascio altre volte consigliare da amici e colleghi».
Il libro che decide di raccontare è I pesci non chiudono gli occhi di Erri De Luca, letto in edizione Universale Economica Feltrinelli, 2016.
Antonella legge questo libro nel mese di novembre 2017, mentre si trova in vacanza alle isole Shetland, arcipelago a nord della Scozia. Dice: «Non avevo mai letto Erri De Luca. In questo caso sono stata attratta dal titolo. L’ho visto un pomeriggio mentre cercavo altro. Ci ho pensato per alcuni mesi e quindi ho deciso di tornare ad acquistarlo». Mi racconta le sensazioni più vive che le restano di questo libro, a distanza di più di un anno: «Mi è piaciuto tantissimo, l’ho letteralmente “mangiato”! É un libro piuttosto breve, 115 pagine, molto scorrevole: l’ho letto in due giorni soltanto, fra un’escursione e l’altra. Mi ha colpita molto di Erri De Luca la capacità di raccontare in modo semplice dei vissuti emotivamente difficili. In questo libro trovo che l’autore riesca ad arrivare dritto al lettore. Quando leggi, hai la sensazione di trovarti al bar con l’autore mentre ti racconta personalmente quello che c’è scritto nelle pagine del libro (che infatti è autobiografico)».
Le chiedo se dopo questa esperienza di lettura ha voluto approfondire la conoscenza di Erri De Luca e se consiglierebbe i suoi libri ad altri lettori e lettrici, o l’ha già fatto: «Sorrido perché quando ho finito di leggere questo libro mi sono documentata su Erri De Luca guardando le sue interviste in internet, consigliandolo immediatamente a un paio di amici. Ho letto altri suoi libri che mi sono stati regalati in seguito su mia esplicita richiesta. Non posso dire di averli amati tutti, ma consiglierei assolutamente I pesci non chiudono gli occhi anche a quanti abbiano voglia di dedicarsi ad una lettura scorrevole, non troppo pesante».
Vorresti concludere questa breve conversazione lasciando a me e a quanti avranno desiderio di leggere questo blog una frase del libro che per qualche ragione ti è rimasta dentro?
«Destino secondo la definizione, è un percorso prescritto. Per la lingua spagnola è più semplicemente arrivo. Per uno nato a Napoli il destino è alle spalle, è provenire da lì. Esserci nato e cresciuto esaurisce il destino: ovunque vada, l’ha già avuto in dote, metà zavorra e metà salvacondotto» (p. 23).













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